La privacy del lavoratore non è un inciampo nell’attività di un’azienda, ma uno degli obblighi che vanno rispettati. Anche quando questa sembra scontrarsi con la legittima necessità di prevenire furti nei punti vendita. È in questo contesto che sempre più clienti si rivolgono a TecnoAmbiente e una delle situazioni tipiche riguarda la videosorveglianza.
“Un nostro cliente ha aperto poche settimane fa un negozio – spiega Paolo Adami, dello staff TecnoAmbiente – e, poiché in zona si sono verificati recentemente dei furti, ha ritenuto opportuno installare un impianto di videorveglianza, con quattro telecamere”. In cosa è consistita, all’atto pratico, la consulenza? “In primo luogo, e sulla base della normativa vigente, abbiamo disposto che il puntamento delle telecamere sia tale da non violare lo Statuto dei lavoratori, ossia non implichi la visione sui lavoratori. In secondo luogo, abbiamo presentato la denuncia dell’impianto stesso all’Ispettorato del lavoro, con allegata la planimetria e l’indicazione del campo visivo delle telecamere”. Tutto qui? “Ovviamente no. Si tratta di una denuncia preliminare. Ossia, prima di procedere con l’installazione bisogna attendere l’autorizzazione dell’autorità competente; in secondo luogo, l’impianto deve essere conforme alla denuncia presentata: qualsiasi variazione il cliente intenda fare in futuro – ad esempio, aggiungere una tele comare – comporterà l’automatica decadenza dell’autorizzazione. Fatto ciò, i lavoratori sono stati informati, è stato nominato un responsabile alla gestione dei dati registrati, sono stati affissi cartelli visibili per informare della presenza delle apparecchiature e, infine, è stato deciso che le immagini possano essere conservate per un tempo massimo di 24 ore”.